Sinossi
Il 20 settembre del 1870 la Giunta provvisoria di Governo instaurava al Santo Spirito, il regime laico che, dopo un decennio d’incertezze e di tolleranze, s’inaspriva all’estremo nel periodo che appartiene alla presente storia. Il professore Aghille Ballori, gran maestro aggiunto della massoneria, nominato medico ispettore a Santo Spirito nel 1888, e poi divenuto Direttore tecnico dei servizi ospedalieri, dava pieno affidamento nell’assolvere la parola d’ordine: LAICIZZARE. Furono allontanati dall’arcispedale i religiosi che venivano ogni giorno per confessare i malati, Ballori fece togliere dalle corsie i crocifissi e, soprassedendo solo all’imposizione di mandare via le suore, proibiva frattanto ad esse di parlare di Dio agli ammalati. Sempre Ballori fece murare una larga e spessa tavola di marmo, sotto la cupola della corsia Sistina, al posto del’organo che per tanti anni aveva sollevato l’animo ai malati con le sue armonie, con su scritto LIBERTÁ DI COSCIENZA. In questo clima pieno di tinte e di episodi drammaticissimi, incontriamo l’infermiera Suora Agostina, al secolo Livia Pietrantoni, della congregazione delle suore di carità, caposala della corsia dei tisici. Agostina é l’esempio di bontà,generosità, amore per il prossimo. Lavora duramente, non si risparmia. Il suo amore arriva a tutti, alle suore che lavorano con lei, ai malati, ai medici, lo stesso Ballori la stima. Nel corso del suo lavoro all’ospedale incontrerà la tisi, la stanchezza, ma mai lo scoraggiamento nemmeno quando un paziente, ricoverato nella sua corsia, stanco della vita e in odio con il mondo e la sua triste esistenza, rivolgerà alla suora tutta la sua cattiveria. Giuseppe Romanelli ucciderà Suor Agostina con sette coltellate, nel corridoio che portava alla corsi dei tisici, il 13 novembre del 1984. NOTE:lo spettacolo di Suora Agostina e’ stato messo in scena,in una serata evento,all’Arcispedale di Santo Spirito in Saxia a Roma, storica corsia ospedaliera dove la suora lavorava e dove e’ stata uccisa per mano del suo carnefice.